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L'impianto di Leonardo è capace di produrre 500lt di ottima birra per ogni cotta, i fermentatori da 1000lt poi garantiscono una produzione annua di tutto rispetto. |
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Mentre per l'industria l'utilizzo dei cereali crudi rappresenta una scelta puramente economica, per l'artigiano è un mezzo per caratterizzare il suo prodotto, anche a costo di un maggiore lavoro.
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Al momento "solo" contro i mulini a vento (UTF e cultura birraria in testa), Leonardo porta avanti il suo lavoro di foraggiamento per i lieviti senza sosta. |
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Una delle operazioni più importanti in birreria è il lavaggio dell'impianto, provate ad immaginare cosa vuol dire con tutte queste valvole e questi tubi da pulire. |
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L'Abbruzzo è rude e dolce allo stesso tempo. Una regione del Sud a due passi da Roma. |
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Tutto ha inizio nel tranquillo e soleggiato sabato pomeriggio di un ottobre denso di appuntamenti birrari per il sottoscritto.
Ed i miei pensieri rimbalzano tra le tante novità e le mille domande che fra poco farò a Leonardo Di Vincenzo, prode neo-birraio del birrificio Birra Del Borgo in quel di Borgorose (Rieti) perché è proprio lì che sto andando con la mia familiare, tristemente vuota e silenziosa adesso che non porta chiassosi bimbi ma solo un certo nabbirraio, lungo i 500 e più Km che separano Cosenza dalla Sabina (o Marsica, dipende da dove si arriva).
Arrivo a destinazione ed è sera tardi quando incontro Leonardo, fa un freddo cane e l’umidità trasforma i miei vestiti leggeri in agghiaccianti fantasmi che fanno rabbrividire ad ogni contatto, così ci dirigiamo al ristorante dove inizia una lunga chiacchierata e dove posso riassaporare la carne di montone alla griglia ricordo del servizio militare prestato a l’Aquila. Essendo mezzanotte passata ed accortici di essere gli ultimi ospiti del locale decidiamo di guadagnare l'uscita. Ci dirigiamo quindi verso la dimora che accoglierà il nostro sonno, domani ci attende una giornata “piena”, non prima però di avere “studiato” un poco deliziandoci con una Troll di Natale formidabile connubio di forza ed eleganza, birra che invito tutti a provare.
Di buon mattino (molto di buon mattino) andiamo al birrificio, ed ovviamente potrete immaginare il mio stato d’animo quando mi compare davanti in tutta la sua acciaiosa imponenza l’impiantone di Leonardo, una specie di batteria di pentole giganti lustre e sinistramente silenziose.
Iniziamo subito macinando i cereali, l’oggetto della nostra cotta (emh fatemi sognare, lasciatemela chiamare “nostra”) è la delicata “Duchessa”, una ale al farro che deve il suo nome ai Monti della Duchessa che ornano il posto dove “sorge” il birrificio.
Maciniamo dunque, ed insieme alle granaglie comincio a macinare domande cui il buon Leonardo risponde pazientemente.
Il mashing, il momento magico in cui avviene l’estrazione degli zuccheri, ha inizio e l’evento viene incorniciato da un fragrante odore “di campagna” (come suggerisce Leonardo), odori di fieno e camomilla che ben si amalgamano al paesaggio circostante dove qua e là spuntano tra i campi pecore e cavalli.
L'utilizzo del farro crea non pochi problemi, anche con un impianto professionale come questo, e così che Leonardo si preoccupa di rompere il mega-minestrone con la pala per rendere il più omogenea e priva di grumi possibile la miscela, più tardi dovrà anche intervenire manualmente durante il pompaggio nel tino filtro ma questo fa parte della grande differenza che c'è tra chi cerca di creare un prodotto personale e non la triste copia di una birra industriale.
Parallelamente al mashing avvengono altre operazioni come la pulizia del fermentatore che accoglierà la cotta ma anche una puntatina in un paese vicino per sistemare uno spillatore che non spilla la “Castagnale”, birra alle castagne prodotta sempre da Leonardo. Con l’occasione posso anche assaggiare questa birra: chiara, ricorda il frutto autunnale nel finale in virtù di una leggera dolcezza residua morbida e piacevole, per niente secca dunque rispetto a quanto appreso su altre birre alla castagna, probabilmente perché in questo caso non si è cercato di sfruttarne solo l'amido per ottenere zuccheri semplici, anzi le castagne apportano un minimo contributo alla gradazione saccarometrica di questa birra.
Di nuovo all’impianto possiamo iniziare a filtrare, e qui torna la passione, Leonardo accudisce il prezioso liquido controllando di continuo che non una sola pagliuzza finisca a bollire, qualora ciò accada (sempre a causa del farro ostile) provvede prontamente a ricircolare il mosto sopra le trebbie, prolungando di fatto non di poco le operazioni. Così, non potendo lasciare la creaturina ma essendo ora di pranzo esco io a cercare qualcosa da mangiare, impresa ardua in un paesino di montagna di Domenica, i due negozi presenti sono chiusi ed io cerco e trovo l’unica trattoria del paese dove una energica signora mi fornisce arrosticini, patate fritte e pane in abbondanza.
Di nuovo da Leonardo, mentre la Duchessa continua a filtrare, organizziamo un curioso pranzo, oltre al take-away abruzzese siamo forniti anche di una cassetta di birre miste da cui attingere e di un pezzo di pecorino crotonese portato da Cosenza.
La scelta per le birre cade su una bottiglia della mia America Wheat Ale, con mio sommo piacere gradita da mastro Leonardo, e su una mitica Moinette Blonde, la cui intensità aromatica ed il gusto complesso mi hanno letteralmente rapito.
Purtroppo Leonardo è rimasto senza birre e non posso che assaggiare un'ancora troppo giovane Reale, di sua produzione, che comunque si dimostra di carattere, un bel colore rosso cupo, una schiuma pannosa ed abbondante e freschi profumi di caramello e luppolo mi invitano a tornare ad assaggiare questo prodotto a giusta maturazione.
Intanto abbiamo finito di filtrare e si inizia con la bollitura e così che entra in scena un attore di tutto rispetto, il luppolo, pesato e fatto scivolare delicatamente nel mosto in bollitura, ci inebria con i suoi profumati effluvi.
A questo punto, non senza rammarico, prendo la strada di casa, lasciando Leonardo con le ultime fasi della cotta in corso, ma la strada è lunga ed io “tengo famiglia”, l’esperienza è stata però molto positiva e non mi resta che ringraziare come posso il mio ospite di cui, voglio ripeterlo, è ammirevole la passione per il prodotto birra, per le sue birre, passione che lo porta ad essere esigente in tutte le fasi della lavorazione, passione che lo premia con prodotti di tutti rispetto di cui tornerò presto a parlarvi.
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